Ricetta cotechino di pollo, verdure e Montasio con brovada di zucchine

Cotechino di pollo, verdure e Montasio DOP con brovada di zucchine

Il Montasio è un formaggio DOP dal sapore morbido e delicato e si presta perfettamente a molteplici abbinamenti culinari, donando ad ogni piatto un tocco di autenticità e bontà. E cosa c’è di più autentico e gustoso di un piatto casalingo preparato con cura e passione?

Oggi vi proponiamo una ricetta semplice e veloce: il cotechino di pollo, verdure e Montasio con brovada di zucchine. Un secondo piatto completo e nutriente, ideale per tutta la famiglia e anche per chi ha particolari esigenze alimentari perché è senza glutine.

Per preparare questo piatto per 4 persone avrete bisogno di:
1 petto di pollo
1 dl di panna
80 g di Montasio mezzano
80 g di verdure tagliate a cubetti (zucchina, peperone, carota, cipolla)
2 zucchine
Aceto di vino
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe

Iniziate frullando il petto di pollo con la panna, regolando con un pizzico di sale e pepe. Aggiungete a questo composto le verdure e il Montasio tagliato a cubetti, poi stendetelo su un foglio di pellicola adatta alla cottura e chiudete formando un cotechino.

Dopodiché cuocete il cotechino in acqua bollente per circa 8 minuti, quindi toglietelo dall’acqua e lasciatelo intiepidire prima di rimuovere la pellicola. Nel frattempo, grattugiate la parte verde delle zucchine e conditela con olio, aceto, sale e pepe.

Infine, disponete nel piatto la brovada di zucchine e posizionate sopra le fette di cotechino. Il vostro piatto è pronto per essere gustato!

Buon appetito!

Con questa ricetta porterete in tavola un secondo piatto sano, gustoso, colorato e senza glutine. Il cotechino di pollo è morbido e saporito, le verdure croccanti e la brovada di zucchine aggiunge un tocco fresco. Un piatto perfetto per una cena in famiglia o con gli amici.

Inoltre, se siete alla ricerca di altre ricette con il formaggio Montasio, visitate la nostra sezione ricette!

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Formaggio Montasio DOP è naturalmente privo di lattosio

Il formaggio Montasio DOP è senza lattosio?

Il formaggio è un alimento incredibilmente versatile, apprezzato in cucina per la sua capacità di arricchire e migliorare una vasta gamma di piatti.

Grazie alla sua varietà di sapori, texture e profumi, è un ingrediente fondamentale in molte cucine tradizionali e moderne in tutto il mondo. La sua versatilità lo rende adatto a essere gustato da solo, abbinato a frutta o marmellate, o come ingrediente principale in piatti più elaborati, garantendo sempre una nota di piacere e soddisfazione al palato.

Inoltre, il formaggio ha un’importante rilevanza nell’alimentazione di tutti noi, essendo non solo un’eccellente fonte di proteine e calcio, ma offrendo anche una vasta gamma di nutrienti essenziali. Per questo, in una dieta bilanciata, è importante che siano presenti anche gli alimenti lattiero caseari, come il formaggio.

Tuttavia, essendo ricavato direttamente da latte animale, il formaggio viene messo in discussione laddove si affronta il tema del lattosio e della relativa intolleranza di cui soffrono moltissime persone. In questi casi si deve per forza eliminare tutti i formaggi? No, esistono infatti dei formaggi che sono adatti anche a chi soffre di intolleranza al lattosio!

 

Quali sono quindi i formaggi naturalmente privi di lattosio?

Chi è intollerante al lattosio non deve necessariamente rinunciare a consumare tutti i latticini.

Tra i derivati del latte, infatti ci sono alcuni formaggi che contengono una quota talmente bassa di lattosio che possono essere consumati in tranquillità anche da chi è latto intollerante.

Uno studio condotto dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Associazione AILI e pubblicato dalla rivista scientifica internazionale Foods ha selezionato e analizzato l’effettiva quantità di lattosio presente in diversi formaggi in differenti stagionature.

Il risultato è una lista di 25 formaggi DOP, di cui 21 italiani, in cui è stata rilevata una presenza di lattosio inferiore a 10 mg/kg, dovuta anche all’elevata variabilità consentita nelle condizioni operative di lavorazione dei formaggi stessi. Tra questi figura anche il nostro formaggio Montasio DOP.

 

Montasio: un formaggio naturalmente privo di lattosio

Il nostro formaggio Montasio DOP è naturalmente privo di lattosio: questo zucchero infatti è presente con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio, oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria.

Il formaggio Montasio DOP, quindi, può essere consumato tranquillamente dalla maggior parte degli intolleranti, facendo però attenzione che il livello di sensibilità a questo zucchero è soggettivo e dipende dalla capacità di ognuno di produrre l’enzima lattasi.

È bene quindi procedere sempre per gradi, iniziando con una piccola porzione iniziale.

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Panettone salato con formaggio Montasio DOP

Panettone dolce o salato? Al Montasio DOP!

Non è Natale se in tavola non è presente almeno un panettone!
Che sia classico o in altre varianti, una fetta, o forse due, mette d’accordo grandi e piccini.

Ma da dove viene questo dolce soffice della tradizione culinaria italiana?

La leggenda narra che il panettone nacque a Milano presso la corte di Ludovico il Moro, signore della città alla fine del 1400. Durante una cena di Natale, il cuoco del signore di Milano bruciò il dolce che aveva preparato per il banchetto. Ma il garzone, un certo Toni, sacrificò il suo panetto di lievito e lo lavorò con farina, uova, zucchero, canditi e uvetta. Ne uscì un dolce strepitoso, talmente buono che venne chiamato “Pan de Toni”, da cui deriva il nome “panettone”.

Stando alle fonti storiche, però, sembrerebbe che le prime ricette del panettone risalgano al secolo successivo, anche se l’usanza di celebrare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni risalga alla tradizione medievale.

Ciò che è certo, è che il panettone è il simbolo delle festività natalizie. Adorato nella sua versione classica, con uvetta e canditi, è richiesto anche in altre varietà, sia dolci che salate; con le pere e la cioccolata, al caffè e cioccolato, con amarene, limone e pistacchi, oppure allo speck, o al gorgonzola e noci.

E noi vi consigliamo una versione salata, dove il Montasio DOP è l’ingrediente speciale: il panettone al formaggio Montasio DOP e pomodorini secchi.

Ingredienti per uno stampo da 750 grammi:
500 grammi di farina 00
120 grammi di formaggio Montasio stagionato
100 grammi di burro
2 cucchiai di acqua
4 uova
1 cucchiaino di sale
Zucchero
8 grammi di lievito di birra fresco
70 grammi di pomodorini secchi
100 grammi di Montasio Fresco

Per prima cosa tagliamo a dadolini il formaggio Montasio Fresco e i pomodorini secchi. Successivamente intiepidiamo due cucchiai di acqua, o prendiamola direttamente tiepida, e mettiamola dentro a una ciotola. Aggiungiamo una puntina di cucchiaino di zucchero e, una volta mescolato, il lievito di birra fresco, facendolo sciogliere.

Prendiamo un’altra ciotola, più grande, e mettiamo dentro la farina 00 e il lievito di birra appena sciolto, e mescoliamo bene, aiutandovi con una frusta. Rompete poi le uova e aggiungetele al composto, continuando a mescolare.

Ora possiamo aggiungere il formaggio Montasio Stagionato grattugiato e aggiustiamo di sale e pepe. Impastiamo il tutto energicamente per circa 10 minuti, fino a che l’impasto non risulta omogeneo.

A questo punto possiamo aggiungere all’impasto i dadolini di formaggio Montasio Fresco e i pomodorini secchi precedentemente tagliati, e impastiamo fino a quando tutto è ben amalgamato.

Formiamo una palla e mettiamola in uno stampo per panettone alto da 750 grammi e lasciamolo lievitare per circa 4 ore, fino a che il volume sarà raddoppiato.

Ora è il momento di cucinare il nostro panettone salato. Inseriamolo in un forno preriscaldato, a 180°, e lasciamolo cuocere per 45 minuti circa. Controlliamo che l’impasto sia cotto facendoci aiutare con uno stecchino.

Il vostro panettone salato al Montasio e pomodorini secchi è pronto per essere servito in tavola.

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

La magia delle feste, un momento Montasio DOP

Filastrocca di Natale,

la neve è bianca come il sale,

la neve è fredda, la notte è nera

ma per i bambini è primavera:

soltanto per loro, ai piedi del letto

è fiorito un alberetto.

 Gianni Rodari, L’albero dei poveri

 

E se la neve fosse bianca come il latte, a cadere sarebbero fiocchi leggeri di formaggio.

Morbidi e gustosi riccioli di Montasio DOP.

Natale è la festa più sentita in tutte le famiglie. Un’atmosfera magica si impadronisce di dicembre, e si diffonde attraverso le luci, gli alberi ricoperti di addobbi, i sorrisi della gente, gli auguri scambiati a gran voce, i regali sotto l’albero (pensati con cura per coloro che li riceveranno) e l’impaziente attesa dei bambini. E il calore non è solo quello che ci giunge dal camino o dalla stufa, ma dalla vicinanza con gli altri, dall’essere più buoni, dal pensare e preparare qualcosa per una persona a noi cara. Una magia che, se ci crediamo davvero, fa diventare realtà i sogni di tutti, grandi e piccini.

Ma è la cucina il luogo pulsante, quello dove fervono i preparativi. Perché Natale è anche convivialità e condivisione, soprattutto a tavola.

Ed è così che grandi pentole sobbolliscono ripiene di sughi prelibati, occupando tutti i fuochi disponibili, forni instancabili producono continuamente squisite leccornie dolci e salate e frullatori impazziti sminuzzano verdure e frutta secca per ripieni dai sapori decisi. Dagli aperitivi con gli amici alle cene con i parenti, ogni scusa è buona per ritrovarsi e passare del tempo insieme in un momento di festa.

E cosa c’è di meglio se non accompagnare questi momenti con Montasio DOP? Che sia Fresco, Mezzano o Stagionato, ogni stagionatura di Montasio regala sapore e gusto alle pietanze: una coccola che regaliamo, un gesto d’amore che doniamo ai nostri ospiti.

Dall’antipasto al dolce, il Montasio diventa così l’ingrediente principale della nostra tavola: un formaggio genuino, fatto con dedizione e passione.

E tra un pezzetto di Montasio e l’altro, mentre in sottofondo una lieve melodia natalizia si diffonde in tutta la stanza, aggiungiamo gli ultimi tocchi in casa: qualche addobbo per l’albero, la ghirlanda con il nastro rosso in centro alla tavola, qualche lucina sulle mensole, un paio di Babbi Natale di panno sul tavolino del salotto, gli ultimi regali. Si, quest’anno il Natale sarà davvero speciale!

Vi auguriamo un sereno Natale insieme alle persone che amate!

 

 

Autrice: Nicole Bragagnolo

Montasio DOP: una poesia di sapori

La donzelletta vien dalla montagna,

In sul calar del sole,

Col suo fascio dell’erba; e reca in mano…

un pezzettin di Montasio!

 

Giacomo Leopardi, Il sabato del formaggio

 

La storia italiana può vantare una lunga lista di letterati che hanno saputo raccontare la loro epoca e i loro pensieri in un modo talmente unico da essere ricordati anche a distanza di decenni.

Emblemi di cultura e conoscenza, che con le loro parole sono riusciti a trasmettere il giusto valore della nostra lingua e della nostra cultura facendo emozionare intere generazioni.

E nei loro versi trova posto anche un prodotto iconico come il formaggio, che affiora nel ricordo di molti scrittori italiani e diventa il protagonista non solo di romanzi e poesie, ma anche di componimenti privati e di lettere, costituendo così un legame che va ben oltre la produzione letteraria, e diventa una prova inconfutabile del forte rapporto che lega il popolo italiano con questo alimento.

Ed in questo panorama così ampio e ricco di gusto questa relazione assume sfaccettature diverse a seconda dell’autore. Per Corrado Alvaro, ad esempio, esso diventa quasi un prodotto magico quando descrive il latte che bolle nei grandi contenitori in rame, mentre per D’Annunzio rappresenta il ricordo dei piatti tipici della sua regione di cui diviene protagonista.

Giovanni Boccaccio nel Decamerone descrive la contrada del Bengodi e cita una “montagna di parmigiano grattugiato” su cui venivano fatti rotolare “maccheroni e raviuoli”, dando così un’importante indicazione dell’uso che se ne poteva fare del formaggio in cucina. Mentre la prosa del Petrarca immortala l’abbinamento più iconico tra formaggi e frutta: “Addio l’è sera. Or su vengan le pera, il cascio e ‘l vin di Creti”.

È con Leopardi, però, che esso entra nella vita privata dell’artista divenendo oggetto di ricordi e discorsi privati, come nelle lettere che il poeta manda al padre che recitano “Il dono che ella mi manda mi sarà carissimo, e mi servirà per farmi onore con questi miei amici, presso i quali trovo che l’olio e i fichi della Marca sono già famosi, come anche i nostri formaggi che qui stimano più del parmigiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signorile: bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca, quando se ne può avere, ed è cosa rara”.

Il rapporto che la letteratura ha costruito con il formaggio è dunque senza luogo e senza tempo. Una relazione nata dalla necessità di portare su carta la relazione intima che esiste tra uomo e cibo e che Montasio racconta ogni giorno portando sulle nostre tavole un prodotto di grande qualità e dal gusto unico.

 

 

Autore: Federico Mandolese

E a Natale? Montasio!

Il Montasio Dop nelle versioni più fresche è un formaggio versatile e morbido, facile da coniugare con altri mille ingredienti tutti italiani: è un alimento che senza dubbio si presta a innumerevoli usi sulla tavola di ogni stagione.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio qualche idea golosa per arricchire la nostra dieta con il Montasio Dop tutto l’anno e in particolare durante le imminenti feste natalizie!

In primavera e in estate per esempio lo metteremo in morbidi cubetti nella pasta fredda, nell’insalata di riso e nelle insalatone di verdure o cereali insieme alle noci, alle mandorle, alle olive, ai capperi e ai semi che più ci piacciono.

In autunno lo gusteremo tutti riuniti intorno alla tavola sotto forma di fonduta, o fuso sulle patate arrostite in padella (tipo Frico, per intenderci) oppure squagliato in scaglie sottili sulle uova fritte!

Per l’inverno ci viene da pensare subito alle feste e alle belle tavole imbandite, quindi ecco che visualizziamo alberelli di natale fatti con listelle di Montasio tutte sovrapposte, o anche stuzzichini tipo spiedini di delizie: una pallina di Montasio, un’oliva denocciolata, un bel cubetto di speck o di un qualsiasi altro affettato, una fettina di avocado o un chicco d’uva e infine una strisciolina di peperone arrostito alla brace, per esempio, ma gli ingredienti sono davvero infiniti e gli unici che non devono mai mancare sono: la fantasia e la voglia di sperimentare tutti insieme in cucina.

Ovviamente sulla tavola delle feste non mancheranno lasagne o cannelloni ripieni di carne o verdure resi filanti dal Montasio, oppure la gamma illimitata dei risotti, che prima di essere serviti a tavola possono essere mantecati con del Montasio grattugiato fino al posto del burro per quel tocco di sapore e leggerezza in più che renderà i nostri piatti speciali, da veri gourmet!

E non mancherà mai il Montasio sui taglieri con i salumi tipicamente invernali che serviremo davanti al camino durante gli aperitivi in casa (con un buon prosecco), o come antipasto e ancora negli spuntini per i bambini, come i classici panini con sottili fette di Montasio e prosciutto cotto racchiusi in due morbide fette di pane fresco.

Leggero e unico nel suo genere, digeribile, ricco in calcio, proteine e altri minerali utili al nostro organismo, il Montasio ci accompagna durante tutto l’anno e tutte le stagioni della nostra vita. In lui vivono i pascoli delle nostre valli, l’aria buona della montagna e i cieli azzurri sopra la Malga, oltre all’amore e all’attenzione che mettiamo in tutte le fasi della produzione.

Non ci resta che augurare a tutti Buon Appetito!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

 

Natale inedito. Il quarto Re Magio: Montasio, in bicicletta dalla malga al presepe.

Il Natale, si sa, è la festa più attesa dell’anno, la più dolce, la più luminosa. E si sta avvicinando carico di promesse, desideri da realizzare e favole meravigliose da ascoltare a tavola o accoccolati davanti al camino.

A tal fine vi vogliamo raccontare una storia che ha dell’incredibile e che pochissimi conoscono perché fa parte della grande conoscenza delle montagne e come tale sopravvive nella discrezione. È una storia di dolcezza e umorismo che vi farà sorridere e guardare al Natale come mai avete fatto prima, sentendovi anche un po’ protagonisti.

Tutti conosciamo la genesi del Presepe: Gesù bambino nasce in una stalla appena fuori Betlemme e viene adagiato nella mangiatoia piena di fieno caldo, sotto lo sguardo amorevole dei suoi genitori e degli animali che dormivano lì dentro e che con il loro tepore scaldavano la stanza.

Fino qui siamo tutti d’accordo? Ok, allora andiamo avanti.

Tutti sappiamo chi sono i Re Magi, ma è tempo di chiarire una grande verità: i grandi re che arrivarono al seguito di una stella cometa a porgere omaggio al bambinello appena nato non furono tre, ma quattro!

E c’è di più: non tutti loro venivano dal lontano Oriente coi loro cammelli. Già. Perché uno, il quarto Re Magio, appunto, era delle nostre parti e si è recato a Betlemme a bordo della sua bicicletta.

Non viene menzionato nella versione ufficiale della storia perché arrivò leggermente in ritardo e i giornalisti se n’erano già andati, tutto qui. Eppure fu lui a fare la differenza quella notte.

Si tratta di Montasio, giovane Re delle montagne del Friuli, anch’esso esperto di astrologia e filosofia come i suoi illustri colleghi, grande conoscitore dell’arte casearia e portatore di un grande dono: una forma del formaggio che produceva nel suo castello sulle Alpi carniche e che per questo portava il suo nome. Montasio spiegò a Maria e Giuseppe che il suo formaggio era delicato e genuino, ricco di valori nutrizionali ottimi per la crescita, dunque perfetto per il piccolo Gesù, ma anche per il resto della famiglia grazie all’alta tollerabilità.

Dono che fu molto gradito da Maria e Giuseppe che ne offrirono a tutte le persone intervenute a salutare il loro bambino.

Che grande festa ci fu quella notte! E che delizioso spuntino fecero tutti. Pochi sanno che Giuseppe si accordò con Montasio – in segreto, per non offendere gli altri Re Magi – per farsi inviare una fornitura annuale di quello squisito formaggio che in breve tempo divenne famosissimo anche da quelle parti.

State sorridendo? Scommettiamo di sì. E dunque: missione compiuta!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

Hansel e Gretel e la casetta di formaggio nel bosco: la favola della salute nutrizionale.

Quando Hansel e Gretel – i due fratellini della fiaba riportata dai fratelli Grimm – si perdono nel bosco, sono disperati. La matrigna non li vuole e il papà li ha abbandonati perché troppo povero per poterli mantenere. Nonostante la paura però i piccoli seguono il sentiero e a un certo punto, affamati e stanchissimi, giungono a una casetta al centro di una radura. Si avvicinano per chiedere qualcosa da mangiare ed è in quel momento che si accorgono che la casetta – l’intera casetta! – è fatta di morbido formaggio.

La cassetta della posta, la maniglia, la porta, le finestre, i gradini davanti l’entrata, i vasetti coi fiori messi sui davanzali… tutto è commestibile, tutto è delizioso!

«Aspetta Hansel, c’è qualcosa che non va qui.» Dice Gretel mentre il fratello divora lo stipite della porta. «Questa casetta non dovrebbe essere di marzapane?»

«Ma dai, che importa? L’importante è che sia buona da mangiare e fidati, è un incanto! Questo formaggio sa di latte, di pascoli erbosi e di cose buone…»

«Ma non è giusto! La fiaba parla chiaro: non abbiamo fatto tutta questa strada per mangiare del formaggio.» Gretel si mette a chiamare a gran voce. «Ci abiterà pur qualcuno qui. Voglio delle spiegazioni.»

E tutto a un tratto dalla porta mezza mangiucchiata si affaccia una vecchina con un cestino di pane in mano.

«Uuuh ma che bei ragazzini, e che fame!» Dice, «venite in casa che c’è anche l’insalata e…»

«No, un attimo.» Gretel ferma il fratello che si sta catapultando all’interno, «questa casa per contratto dovrebbe essere di marzapane e lei dovrebbe essere brutta e cattiva: perché invece è così sorridente e carina?»

E la vecchina ride. «Non sai che noia essere brutti e cattivi, bimba mia. A volte nella vita bisogna cambiare abitudini. Il marzapane sarà anche sfizioso ma fa male! Lo zucchero intasa le arterie e fa cariare i denti. Questo formaggio invece è un alimento sano e nutriente. Dà energia vera, rinforza le ossa, protegge la dentatura, aiuta il cervello a essere sveglio e non appesantisce la digestione.

Sono diventata salutista, non mangio più marzapane e bambini e il fegato, il cuore e i denti mi ringraziano. Mi è cambiata la vita: vado persino a correre tutte le mattine e sto benissimo! Inoltre ho spesso ospiti qui alla Casina del Montasio Dop e non sono più sola. Allora: vi fermate a pranzo?»

«Ma… il nostro papà è povero e se non possiamo rubarle il tesoro noi non potremo tornare a casa…»

«E vorrà dire che lo assumerò» dice la vecchina «così produrremo tanto buon formaggio per tutti!»

 

 

Autore: Emanuela Valentini

Le fiabe. Anche i buoni vicini amano il formaggio: il segreto delle Agane.

Nelle malghe sulle Alpi Giulie e Carniche, di sera davanti al fuoco si raccontano le storie dei boschi e delle creature che li abitano. Tra tutti spiccano le Agane, bruttissime streghe cattivelle dalle dita contorte e i nasi aguzzi, sempre pronte a giocare brutti scherzi al viandante di turno, a chi è a fare legna o semplicemente a chi si trova sui pratoni montani a giocare o a fare un picnic. Si dice che un tempo le Agane fossero amorevoli e gentili con le persone, che non le facessero perdere lungo i sentieri o scivolare nelle sassaie: questo perché avevano sempre con loro – legato alla cintura – un sacchetto pieno di dadini del formaggio più buono della montagna: il Montasio, che faceva sì che restassero sempre giovani, belle e felici e dunque gentili. Poi qualcuno ha rubato loro i sacchetti e senza quel delizioso nutrimento, le Agane hanno iniziato a invecchiare, le loro ossa a fare male, e il loro umore è peggiorato in modo irrimediabile.

I vecchi della montagna però conoscono i trucchi per non cadere nelle trappole delle creature magiche: ecco perché abbiamo deciso di svelare quello per ingraziarsi le Agane, molto semplice e di facile realizzazione.

Quando andate in montagna non dimenticate mai di portare con voi in una ciotola dei dadini di Montasio. E se doveste incontrare una anziana brontolona che cerca di indirizzarvi verso la sassaia, offritele il formaggio. Ne basta un dadino infatti per trasformare la strega in una fata dolcissima che si offrirà di mostrarvi gli angolini più suggestivi delle nostre Alpi, vi farà fare amicizia con gli animali selvatici che si nascondono nel bosco e giocare con le grandi farfalle della montagna e voi vivrete una gita indimenticabile.

Perché si sa, per stare bene, per sentirsi in forma e essere di buon umore è necessario mangiare nel modo migliore; il cibo sano è alla base del nostro benessere e anche di quello delle creature magiche. Ecco perché inserire il Montasio nella dieta di tutta la famiglia è la scelta più saggia; il Montasio è un formaggio nutriente e buono che va bene per tutti. E per tutti intendo proprio tutti: chi ha un’intolleranza al lattosio può gustarlo senza timore, perché il Montasio a 60 giorni di stagionatura è naturalmente privo di lattosio, trasformato in acido lattico da alcuni batteri amici che vengono aggiunti al latte nelle fasi iniziali della produzione. Portatelo ai vostri picnic: le Agane vi ringrazieranno!

 

Autore: Emanuela Valentini

Formaggio e letteratura: Orlando è furioso, ma Astolfo è affamato!

Astolfo, appena uscito dalla caccia alle Arpie, è affamato.

«Da quanto non consumo un buon pasto, degno del paladino che sono?»

«Salve, Astolfo!» C’è una creatura che lo aspetta sul prato.

«E tu chi saresti?»

«Sono un Ippogrifo! Il tuo taxi per la prossima avventura!» Si presenta l’animale.

«Non scherziamo. Io ho diritto a cibo e riposo dopo ogni missione: portami all’hotel a cinque stelle più vicino per favore.»

«Ti porto in un posto migliore!» Esclama l’Ippogrifo: c’è un amico che vuole conoscerti per rivelarti un segreto su Orlando.»

«Un despota sfruttatore che paga poco. So tutto di lui. Andiamo a mangiare che è meglio.»

«Però non hai mai visto il Paradiso Terrestre. Sapessi come si mangia bene…»

In meno che non si dica i due giungono in un luogo meraviglioso, pieno di ristorantini e tavole calde. Ma quando Astolfo sta per sedersi e ordinare arriva un tizio anziano che gli chiede di fare due passi.

«Non possiamo parlare mentre mangiamo?» Protesta Astolfo.

«Non c’è tempo. Mangerai quando questa missione sarà terminata.»

«Ti pareva. E chi saresti tu?»

«Sono San Giovanni Evangelista. Devi sapere che il tuo capo è pazzo furioso. Ha perso il senno.»

«Non avevo dubbi» dice Astolfo. «Quindi che si fa? Mi dimetto?»

«No! Ti porto nel luogo dove si trovano tutte le cose perdute dagli uomini. Lì recupererai il senno di Orlando e glielo riporterai, così la guerra potrà finire.»

«Spero sia vicino perché ho una fam…»

«Sulla luna.»

E i due a velocità supersonica attraversano la volta celeste fino alla luna. Astolfo sente un buon profumo mentre atterrano sulla superficie irregolare e bianca, morbida al tatto e così invitante che non può fare a meno di staccarne un pezzo e portarlo alla bocca.

«Ma è… formaggio!»

«Il senno!» Strilla il santo «cerca il senno!»

Ma la fame ha la meglio e Astolfo felice divora intere porzioni di luna.

«Fragrante, leggero, nutriente. Buono per i paladini di tutte le età.» Spiega un abitante della luna mentre Astolfo si nutre sulla cima di una collinetta di formaggio soffice.

«Si chiama Montasio. È particolarmente indicato per l’alimentazione degli eroi per via dei suoi principi nutritivi energetici: proteine, calcio, fosforo, ferro, vitamine… e poi è naturalmente privo di lattosio, quindi è digeribile e non intralcia le missioni. A proposito: come mai lei si trova qui?»

«Cerco il senno del mio capo!» Risponde Astolfo a bocca piena seduto su quelle sfiziose gibbosità. Finalmente si sente sazio, rinvigorito e felice come non mai.

Adesso può portare a termine brillantemente la sua missione!

E anche noi, se c’è il Montasio Dop sulle nostre tavole.

 

Autore: Emanuela Valentini