IL MIRAGGIO DEL MONTASIO

Il Montasio interpretato da un inedito punto di vista visivo, quello di Ulderica Da Pozzo, fotografa professionista che già dai primi anni Ottanta racconta il suo rapporto con il territorio e il mondo contadino a cui è legato.

 

Quando lassù sul Montasio la primavera sta per diventare estate e il bianco della neve si scioglie anche sulle rocce più alte, è ora di partire. O meglio di tornare a salire. Come ogni anno, quando i prati del Montasio diventano un miraggio verde e si trasformano in pascolo.

 

Le mucche arrivano, alcune camminando, altre dopo lunghi viaggi sui camion che attraversano il Friuli, risalgono le valli e superano le tante curve tra le faggete. Quando scorgono il cielo azzurro e le nuvole rotonde che passano, corrono e cambiano forma, le mucche capiscono di essere in alto, di essere finalmente arrivate nella loro casa estiva. La mattina quando escono dalle casere, con i pastori che le accompagnano verso i pascoli, riconoscono subito la bellezza, ascoltano il rumore tenue e il fresco dell’aria che muove l’erba.

 

 

La sera l’erba diventa uno scorrere bianco di latte e nel piccolo caseificio della malga il giovane casaro diventa il primo attore. Colui che farà diventare il latte altro. È un meraviglioso tantra, che si ripete ogni giorno, quello dell’erba che diventa latte. Il latte che viene munto e riempie i bidoni lucenti che escono dalle casere e poi viaggiano verso il luogo dove si compie la magia della trasformazione. Nel giovane casaro che incontro, c’è la tecnica appresa a scuola, ma anche l’arte che viene da un mondo arcaico dove i gesti si trasmettono, e si imparano osservando. Saperi che sono difficili da raccontare in fotografia.

 

Se parli con il giovane casaro, che ha il potere e la responsabilità di fare diventare il latte formaggio, e lo guardi mentre lavora, avverti la passione che ci deve mettere nel lavorare una materia viva. E poi scopri le forme, solo quelle migliori vengono marchiate Formaggio Montasio, ciascuna con stampato il numero del giorno e del mese: un meraviglioso gioco di geometrie e di date, appoggiato su tavole di legno chiaro, che racconta il trascorre del tempo in malga.

 

Nel sorriso del casaro, che tiene in braccio una sua forma, c’è l’orgoglio del premio vinto per il miglior formaggio di malga dell’anno, ma anche la consapevolezza di essere un ragazzo di oggi che ha scelto di vivere in alto: là dove i giorni e il tempo acquistano il valore vero del fare. Lassù dove non si può barare: perché quando apri la prima forma rotonda è lei che parla, con il suo profumo, il suo sapore.

 

 

Quando il formaggio ispirò un’opera d’arte.

Nel 1934, il quadro “Persistenza della memoria” venne acquistato dal Museum of Modern Art di New York, dov’è attualmente esposto, e costituisce uno degli elementi più importanti della collezione del museo.

La storia di com’è nata quest’opera sugli orologi molli di Dalì è stata svelata dallo stesso artista all’interno della sua autobiografia, intitolata La mia vita segreta. Stando a quanto raccontato dallo stesso Dalì, questo capolavoro avrebbe preso vita in una sera come un’altra, nella quale Salvador e sua moglie Gala sarebbero dovuti uscire con amici per andare al cinema. A causa di un forte mal di testa, Dalì preferì rimanere a casa, mentre sua moglie uscì con gli amici; prima di andare al cinema, però, la coppia cenò a casa, mangiando del formaggio fresco; l’artista rimase colpito dall’eccezionale mollezza dell’alimento, e, una volta rimasto solo, continuò a riflettere sulla particolare consistenza del formaggio.

Successivamente, si recò nel suo atelier, dove si fermò ad osservare il suo ultimo lavoro ancora in fase di completamento, si trattava di una veduta di Port Lligat, e, in quell’attimo, ci fu l’idea geniale riguardo ai quattro orologi presenti nella scena: tre di loro si stanno sciogliendo, prendendo la forma degli elementi su cui sono appoggiati, mentre il quarto è rimasto solido, ma ricoperto da tante formiche nere, insetto per cui il pittore nutriva una grande fobia.

Nella scena, Dalì scelse di dipingere gli orologi, simbolo dello scorrere inesorabile del tempo, che rimangono impressi nella mente proprio per il loro particolare aspetto ispirato dalla mollezza di un formaggio!

Pensando al nostro Montasio, delle diverse stagionature quella che più richiama la mollezza è senza dubbio la consistenza del Fresco. Chissà il suo sapore delicato cosa avrebbe evocato nella mente del Re del Surrealismo.

Agosto e settembre in Malga Montasio

Vanni Micolini, dell’Associazione Allevatori del Friuli, racconta gli appuntamenti con i sapori genuini e le antiche tradizioni in Malga Montasio.

Dove si trova la Malga Montasio?

Sull’Altopiano del Montasio, da Chiusaforte, in provincia di Udine, si continua attraversando il ponte sul Fella in direzione Sella Nevea. Da qui si segue la segnaletica per i Piani del Montasio e le malghe. Si tratta della più grande area della Regione Friuli Venezia Giulia ad essere adibita all’alpeggio, tanto che nel periodo che va da giugno a metà settembre ospita circa 250 animali, provenienti da 40 allevatori che risiedono in 25 diversi comuni friulani.

 

Quali sono i prossimi eventi in Malga Montasio?

Il 12 agosto è protagonista un’abbinata da 30 e lode: “Polente e Formadi Montasio”, iniziativa realizzata in collaborazione con il Gruppo Tutela Antica Polenta di Fauglis, durante la quale sarà possibile degustare il Montasio DOP Fresco, da 60 a 120 giorni di stagionatura, quello Mezzano, da 5 a 10 mesi di stagionatura, e quello Stagionato, con più di 10 mesi di stagionatura. A seguire, il 2 settembre, il Comune di Chiusaforte organizza l’appuntamento musicale “Gustando il Montasio… in concerto”. Sempre il 2 settembre, in collaborazione con ERSA, si terrà l’incontro con gli chef stellati nell’ambito del progetto MADE. Gli chef saranno impegnati nella preparazione di piatti gourmet a base di formaggio Montasio. Il 9 settembre non si può mancare alla “Festa della transumanza”, un’occasione unica per ammirare il passaggio delle bovine della Malga bardate con corone di fiori. Si tratta di una tradizione antica, portata avanti dagli allevatori per ringraziare il buon andamento della stagione di alpeggio che andava a concludersi proprio con la discesa a valle delle bovine. L’evento, organizzato in collaborazione con la Cooperativa Malghesi della Carnia e Val Canale, prevede anche la degustazione di un ricco ventaglio di Prodotti della Montagna, tra i quali il Montasio DOP. Ad allietare l’evento ci sarà il suono delle fisarmoniche, riunite il 9 settembre in Malga per la quarta Rassegna Alpe Adria di Fisarmonica. Al di là di questi appuntamenti, l’Altopiano del Montasio è un luogo perfetto per il trekking e le escursioni nella natura. La Malga offre una cucina casalinga, che comprende i più gustosi piatti tradizionali, quali il frico preparato con Montasio DOP e i dolci fatti in casa, oltre alla possibilità di pernottare grazie alla presenza di 5 camere con vista sulle montagne.

 

 

In Malga vengono organizzate anche attività didattiche?

Certo, visto che in Malga possiamo far vivere l’esperienza dell’intera filiera: dal pascolo delle mucche, alla mungitura, alla lavorazione dei formaggi in caseificio fino ad arrivare alla vendita dei prodotti presso lo spaccio alimentare. Di recente abbiamo ospitato un gruppo di 120 bambini di Udine che hanno seguito un percorso guidato attraverso tutte queste fasi che mostrano in modo concreto il concetto di “filiera”.

 

Cosa le piace del suo lavoro?

Per conto dell’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia collaboro alla gestione della Malga Montasio e all’organizzazione degli eventi che qui si tengono. Il bello di lavorare in montagna è stare all’aria aperta, a contatto con gli animali. Uno degli obiettivi della mia attività è mantenere vive le tradizioni di un tempo e farle conoscere alle nuove generazioni. Un altro punto che mi sta particolarmente a cuore è il benessere animale, sull’Altopiano del Montasio le mucche sono lasciate libere di pascolare e questo si riflette anche nella qualità del formaggio che deriva dal loro latte. Qui si realizza infatti il Montasio DOP Prodotto della Montagna, formaggio fatto solo con latte crudo raccolto, lavorato e stagionato (minimo 60 giorni) sopra i 600 metri di altitudine. Si tratta di un alimento naturale dal gusto unico, un vero patrimonio culinario che sfida l’omologazione dei sapori.