La bellezza da mangiare: se il Montasio fosse un’opera d’arte.

Immaginiamo di essere in un museo. Abbiamo attraversato corridoi luminosi costellati di piedistalli con sopra sculture neoclassiche, vasame antico, teche interamente ricoperte di gioielli di altre epoche. Alle pareti sono appese tele di diversi periodi storici che mostrano ritratti di donne, paesaggi bucolici e nature morte. Respiriamo arte. Siamo circondati dal genio di persone che hanno attraversato questa vita prima di noi, dalla loro espressione, dal loro sguardo sul mondo. L’atmosfera è ricca di bellezza.

Poi la guida si ferma davanti a una teca di cristallo a mezza altezza dalla quale si sono appena discostati altri due gruppetti di visitatori, assume una postura fiera e dice: «Qui abbiamo un capolavoro dell’arte casearia.»

Incuriositi ci disponiamo tutto intorno alla teca e ammiriamo una forma di formaggio cilindrica con facce piane o leggermente convesse, imponente e perfetta.

La targhetta avvitata alla base della teca dice: MONTASIO DOP.

«Il Montasio appartiene alla grande famiglia dei formaggi alpini.» Riprende la guida muovendo qualche passo intorno alla teca lucidissima.

«Questi formaggi hanno avuto origine agli inizi del millennio. La loro produzione serviva a mettere al sicuro un prodotto che si rovina facilmente come il latte e farlo durare a lungo sotto forma di cibo solido. Questo garantiva riserve di cibo per i periodi in cui il latte scarseggiava o era completamente assente. Pensate che invenzione: che novità per l’epoca!»

«In questo modo potevano mangiare il formaggio tutto l’anno come noi!» Esclama un bambino e la guida sorride.

«Proprio così: adesso vi racconto un po’ di storia. Il Montasio nasce verso il 1200 nelle vallate delle Alpi Giulie e Carniche grazie alla costanza e intelligenza dei frati Benedettini. A Moggio Udinese (sul versante nord del Montasio) si trova ancora adesso il convento, oggi utilizzato dalle suore Clarisse, in cui probabilmente vennero affinate le varie tecniche di produzione proprie dei malghesi della zona. Ma ammiriamo la bellezza di questa forma: la crosta si presenta liscia, sottile, chiara che va scurendosi con la stagionatura. La pasta è compatta, elastica. Più morbida nella versione Fresco, diventa più dura e friabile quando è Stagionato. Il sapore è morbido e delicato nel Fresco, che va via via rinforzandosi nel mezzano fino a diventare deciso con una lieve piccantezza nello Stagionato e particolarmente aromatico nella tipologia Stravecchio. Quindi possiamo dire di trovarci davanti a una vera e propria opera d’art…»

«Eh no» fa il ragazzino strizzandole l’occhio, «prima di affermarlo con certezza dobbiamo assaggiarlo!»

La guida ride e annuisce. «Hai ragione: stavo per invitare tutti alla degustazione nella sala qui accanto!»

Applausi. Perché se c’è Montasio è sempre festa.

 

 

Autore: Emanuela Valentini

 

Le tradizioni del Montasio: sapori ad alta quota

Le vacanze, per la famiglia e soprattutto per il marito, equivalgono a escursioni e vita all’aria aperta: Marika lo sa bene ed è uno dei motivi per cui l’ha sposato.

Fin da ragazza, le era sempre piaciuta la sua immagine di uomo avventuroso, capace di affrontare le fatiche dell’ascesa con un sorriso ottimista però, forse, il percorso delle malghe del Montasio, da Chiusaforte al rifugio Giacomo di Brazzà era un po’ troppo come primo giorno di escursione nei dintorni della riserva naturale Val Arba.

Sara non si lamentava ma Samuel, cominciava a stancarsi e, avvilito, aveva smesso di chiedere quanto mancava al rifugio.

– Forse dovremmo tornare indietro… – mormorò Marika, un po’ preoccupata.

– Siamo quasi arrivati, ancora qualche passo e, ecco il rifugio! – esclamò Marco, con il solito sorriso.

La vista della casetta illuminò lo sguardo di Samuel che sorpassò tutti per raggiungere le panche per sedersi mentre gli adulti si godevano il panorama mozzafiato camminando.

Al rifugio si potevano anche assaggiare le specialità della zona e il gestore propose, per cominciare, affettati e formaggi di malga.

– Mi piace il formaggio ma, purtroppo, sono intollerante al lattosio… – spiegò Marco

– Non si preoccupi, il formaggio Montasio prodotto nella malga è ottimo, anche per chi è intollerante al lattosio e ha talmente tante qualità buone per la crescita e la salute da fornire energia per fare due volte il giro delle malghe –

Il gestore del rifugio spiegò loro che il formaggio Montasio è considerato molto pregiato perché, anticamente, gli allevatori dei paesi vicini conducevano le vacche sulle malghe, il posto migliore per il pascolo anche se faticoso da raggiungere.

Lasciate libere e non chiuse tutto il giorno nel recinto, le bovine potevano godersi l’aria pura e le tenere erbe montane. In quelle condizioni, producevano un latte squisito per i vitellini e i loro padroni, materia prima per produrre formaggi e specialità casearie ricche di calcio, proteine e vitamine e con pochissime, se non inesistenti, concentrazioni di lattosio.

– Pascolano ancora le mucche da queste parti? – domandò Samuel che, nel frattempo e per sicurezza, aveva mangiato la sua parte di formaggio Montasio e quella di suo padre.

– Sì, quando raggiungerete le malghe le troverete. –

E infatti, le trovarono a pascolare placide e tranquille perfettamente integrate ai profili e ai pendii del Montasio. Samuel non le aveva mai viste da vicino, se le immaginava sempre chiuse in una stalla in mezzo a campi piatti.

– Sono simpatiche, si lasciano accarezzare! – esclamò Samuel

– Sì però, mi raccomando, cerca di non fare movimenti bruschi che le spaventi! –

– Ok! –

A guardarlo così vivace, con le guance rosse e il sorriso del padre stampato in faccia, Marika pensò che forse doveva chiamarlo Peter, come l’amico di Heidi.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

 

I frutti del mare e il Montasio: cena facile, veloce e salutare

Un’altra giornata di lavoro è conclusa. Marika sale in macchina e si trova di fronte al quotidiano dilemma:

– Cosa fare di cena? –

Al quale segue la lista mentale di gusti, necessità, desideri di luoghi da visitare attraverso i sapori che si condensano in un piatto sano, equilibrato e nutriente.

Seduta in macchina, prima di affrontare il traffico cittadino per raggiungere casa, Marika ripassa le ricette tipiche degustate durante le vacanze in Friuli-Venezia-Giulia e che le erano venute in mente in pausa pranzo, mentre mangiava l’insalata di gentile, pomodorini e formaggio Montasio.

Un altro ricordo, l’immagine è quella di un ristorantino in riva al mare, a Trieste.

Per gran parte della settimana il marito e i figli avevano esplorato la montagna e le attività proposte in brochure ma, un giorno, avevano deciso di comune accordo di fare una sorpresa a Marika. Sapendo della sua predilezione per il mare e del suo passato di nuotatrice, avevano inserito nel programma turistico le spiagge e il mare di Sistiana per poi concludere la giornata con una cena a base di pesce.

Aveva mangiato le sogliole. Le erano parse squisite, tanto da chiedere la ricetta al ristoratore su come preparare la salsa che dava carattere al piatto.

Una salsa con noci, burro e dadini di formaggio Montasio. Dettaglio, quest’ultimo che l’aveva colpita perché le sembrava curioso che un ottimo formaggio prodotto anche in malga fosse giunto in riva al mare di Trieste. Mistero presto spiegato dalla presenza, nei dintorni, di una delle zone in cui si realizza con cura e successo uno dei prodotti caseari più antichi, apprezzati e rinomati del Friuli Venezia Giulia.

Filetti di sogliole impanate con panna, burro, noci, formaggio Montasio e un filo di prezzemolo. Tempo di preparazione, un quarto d’ora al massimo, compresa la filettatura.

Il tempo impiegato in pausa pranzo. Marika fece un check di quello che aveva in frigo, aveva tutto il necessario. La sua pescheria di fiducia era giusto a metà del tragitto di rientro, titolare e dipendenti erano velocissimi a servire i loro (numerosi) clienti con abilità e cortesia. Non avrebbe fatto tanta fila.

Stava già assaporando una cena ricca di gusto e di tutte le proprietà nutritive necessarie per i suoi ragazzi grazie al fosforo, alle proteine, al calcio, al ferro e alle vitamine concentrate nel formaggio Montasio. Ingrediente principe e ad alta digeribilità, senza lattosio e, da quello che ricordava da una conversazione in un altro ristorante, perfetto anche per i celiachi.

Soddisfatta, Marika mise in moto l’auto. Aveva mari e monti, sogliole e Montasio da portare in tavola, per il gusto e la salute della sua famiglia.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

 

 

 

 

Conversazioni al ristorante su Montasio e celiachia 

Ultima sera di vacanze in Friuli Venezia Giulia, Marika e la sua famiglia avevano optato per San Daniele in un ristorante che avevano notato per strada, andando verso Udine.

Vista la fila, avevano deciso di prenotare per assaggiare le tagliatelle panna e crudo, con una spolverata di semi di papavero.

Ascoltare le conversazioni dei tavoli a fianco non è buona educazione però la parola celiachia aveva attratto la sua attenzione. Una ragazza stava avvisando il cameriere che era celiaca e, per questo, doveva stare attenta al glutine.

Il ristorante era attrezzato e il cameriere propose, come antipasto, affettato San Daniele e formaggio Montasio. Entrambi potevano essere gustati in tutta tranquillità anche dalle persone che soffrono di celiachia.

Il cameriere parlava con voce chiara e calma, in modo da farsi sentire anche da chi ancora stava consultando il menù.

Spiegò che la tecnologia adottata per la produzione di un gran numero di formaggi DOP italiani non comporta l’uso di ingredienti con glutine e che, se si vuole consultare il sito dell’Associazione Italiana Celiachia, si troveranno i risultati delle ricerche di laboratorio del DISMA (Facoltà di Agraria dell’Università di Milano) che inserivano il Montasio come un prodotto d’eccellenza per i valori nutrizionali e per la carenza di glutine e lattosio.

La ragazza celiaca ascoltava attenta tutte le informazioni che il cameriere le serviva con una competenza e una conoscenza delle caratteristiche tecniche del prodotto da impressionare uno scienziato. Marika distolse lo sguardo dal tavolo vicino, dovevano ancora ordinare e si domandava se lasciar perdere il primo e preferire l’antipasto per celiachi.

– Buonasera, signori. Volete ordinare? –

Il cameriere aveva raggiunto il loro tavolo. Sul tavolo a fianco, su un vassoio d’argento, si era materializzato l’antipasto a base di prosciutto di San Daniele e formaggio Montasio.

– Sì, pensavamo a un antipasto per cominciare e, per primo, le vostre famose tagliatelle. –

Seguirono gli ordini del resto della famiglia. Samuel voleva ordinare anche il secondo e il dolce, come tutti i ragazzi vivaci e in fase di sviluppo.

Marika si sentì un po’ in imbarazzo, per la voracità del figlio ma il cameriere, con un sorriso imperturbabile, appuntò le comande e, tra un antipasto e un primo, servì dolci e secondi in base alle necessità e alle richieste di celiachi, buone forchette e amanti della buona tavola.

– Mi sa che abbiamo fatto bene a prenotare in questo ristorante. I piatti sono ottimi e il servizio, impeccabile. –

Mormorò Marco, mentre Samuel attaccava con gusto la sua fetta di torta.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

Aperitivo a Treviso: Montasio semplice e conviviale

Appena giunti in prossimità delle mura di Treviso fu chiaro, per Marika e famiglia, che non sarebbe stato facile trovare parcheggio. La città era in festa e, nello specifico, era la Festa dei Buranelli e in ogni via della città si potevano vedere e degustare le specialità trevigiane e quelle

provenienti da tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia.

Dalle mura ai canali, Treviso in festa era un’armonica combinazione di colori e sapori presentati in cornici che richiamavano le tradizioni e le innovazioni conservate e sperimentate in una triplice visione delle artigianalità del luogo. Questo è quanto raccontavano i simboli della città scolpite, in particolare, dalla fontana Tre Visi e la fontana delle Tette, nome quest’ultimo che fece ridere Samuel e che nell’acqua che zampillava dai seni della donna rappresentava l’abbondanza e la fertilità.

Un’abbondanza e una fertilità che, intrinsecamente connessa al latte materno, è l’origine anche dei preziosi e nutrienti prodotti caseari, dei vini e dei salumi esposti sugli scaffali dedicati alle specialità enogastronomiche offerte da bar e ristoranti nei modi più vari e originali e che provenivano dai dintorni e dalle distanze di Treviso. Una città che, ad ogni angolo, aveva più cose da vedere e da degustare di quanto ci si aspettava.

– Dove ci concediamo un aperitivo? – chiese Marco

Optarono per un locale sulle mura la cui visuale dava il senso di spazio, pace e libertà che Marika aveva provato il giorno prima, con l’escursione sulle malghe del Montasio.

Ordinarono un prosecco ciascuno, tranne Samuel. Un aperitivo al quale accompagnarono cestini di frico farciti di affettati e olive. Malgrado lo scenario vivace e cittadino, sembrava di fare un pic nic.

– Che carini, questi piccoli cestini! Cosa sono? – chiese Sara al cameriere

– È frico croccante, fatto con formaggi di malga. Il migliore è quello con il Montasio. È un ingrediente che utilizziamo spesso perché è ottimo, sano e adatto a tutti, anche per chi soffre di intolleranze al latte e suoi derivati. –

Sara ricordò il depliant raccolto nella stessa latteria di cui parlava il cameriere e che riposava nella sua tasca. Immaginò le informazioni depositarsi nella sua mente come le proprietà nutritive stagionano e si amalgano al gusto poliedrico e versatile del formaggio Montasio.

Sgranocchiò pensosa un pezzo di frico e sorseggiò il suo prosecco mentre i genitori e il fratellino chiacchieravano allegri, scambiandosi le impressioni raccolte in quei primi giorni di vacanza. Anche questa volta il Montasio si rivelava ottimo nella sostanza, semplice e conviviale, riconosciuta nel gusto dato da un formaggio di altissima qualità.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

Vacanze in Friuli Venezia Giulia: alla scoperta del Montasio

– Vuoi trascorrere le vacanze in Friuli Venezia Giulia, con i ragazzi? –

Marika guardava dubbiosa il marito, che dall’altra parte del tavolo della cucina, sfogliava una brochure delle cose da fare e da vedere in regione. Tra immagini e didascalie raccolte, spiccavano le malghe del Montasio, origine della produzione un formaggio antico e decantato, da sempre, come ottimo e molto, molto rinomato.

– Sì, per stare tutti insieme in famiglia… – rispose Marco, un po’ sconcertato dalle perplessità della moglie.

– E se si annoiano? Samuel e Sara sono abituati alla vita di città, alle sale videogiochi e ai giri nei centri commerciali e poi, lo so che ti piace il frico ma, ti ricordo che hai appena scoperto di essere intollerante al lattosio… –

– Ci sono i parchi avventura, piste ciclabili, Samuel si divertirebbe di più e non mi sembra un male staccarlo dai videogiochi, per una settimana.

Tarvisio poi mi sembra una cittadina molto carina, ha tanti negozi che paiono boutique, lo si nota dalle vetrine. Sarebbe un nuovo centro commerciale da visitare per Sara  all’aperto e, comunque, anche in Friuli Venezia Giulia ci sono le città: Udine, Trieste, Gorizia, Pordenone. C’è da girare! Magari un giorno lo potremmo trascorrere a Trieste, che dà sul mare e ha anche pareti attrezzate per l’arrampicata sportiva e un giorno potremmo decidere un’escursione sulle malghe del Montasio.

Per quanto riguarda il formaggio e la mia intolleranza qui dice che anche chi è intollerante al lattosio può concedersi un momento di gusto perché non tutti i derivati del latte contengono lattosio. In uno studio intitolato “Composizione dei formaggi DOP italiani” in alcuni formaggi stagionati, durante il processo di produzione vengono aggiunti al latte alcuni batteri che eliminano il lattosio trasformandolo in acido lattico e il Montasio a 60 giorni di stagionatura è naturalmente privo di lattosio e, se è presente, lo è con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio, oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria. –

Marco leggeva ad alta voce, con calore. Appena ebbe finito, fece scorrere sotto gli occhi di Marika le immagini dei luoghi che avrebbero potuto visitare e dei prodotti eno-gastronomici da assaggiare direttamente sul posto. Sembravano raccontare un Friuli Venezia Giulia ricco e variegato, che sa come accogliere e far stare bene gli ospiti come se fossero di casa, in famiglia, con gusto e spensieratezza.

– Va bene, mi hai convinta. Come ci organizziamo? –

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

Montasio e innovazione: i due volti della produzione

In vacanza è bello variare e quel giorno Marika e famiglia avevano deciso di visitare e fare aperitivo a Treviso.

Nella brochure turistica sul Friuli Venezia Giulia, le immagini dei luoghi da visitare e dei negozietti dove degustare ogni tipo di leccornia e specialità parevano boutique e a Sara, la similitudine piacque. Dopo l’escursione sulle malghe del Montasio, visitare Treviso poteva rivelarsi divertente come le domeniche di shopping al centro commerciale.

– Guardate, ci sono le stesse mucche di ieri in montagna! – esclamò Samuel puntando il dito sul vetro del finestrino dell’auto.

Al di là di un recinto e di un campo sconfinato, la stessa qualità delle vacche selezionate per produrre formaggi DOP pascolava con la stessa placidità delle cugine montane.

Poco più avanti, un cartello indicava la direzione per il consorzio e la latteria dove poter acquistare prodotti freschi e genuini. Decisero di andare a vedere, Sara sbuffò.

– Tranquilla, Sara, andiamo solo a vedere e poi, passeggiata e aperitivo a Treviso. – mormorò Marika, rassicurante.

In latteria, gli addetti al commercio al dettaglio raccontarono a grandi linee quali tecnologie erano rimaste aderenti alle tradizioni casearie del Montasio e quali innovazioni avevano portato ulteriori benefici, verificati e certificati, alla produzione di uno dei formaggi più rinomati e richiesti della regione.

Sara notò un depliant a riguardo:

Composizione dei formaggi DOP italiani

In alcuni formaggi stagionati, durante il processo di produzione vengono aggiunti al latte alcuni batteri, che eliminano il lattosio trasformandolo in acido lattico. Il Montasio a 60 giorni di stagionatura, ad esempio, è  privo di lattosio. Analisi di laboratorio confermano che il lattosio è presente con valori inferiori a 0,01 g per 100 g di formaggio: oltre 10 volte in meno del limite previsto dalla normativa nazionale e comunitaria.

La tecnologia adottata per sua produzione del formaggio Montasio, inoltre, non comporta l’uso di ingredienti con glutine. Ricerche di laboratorio effettuate presso il DISMA della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano certificano, inoltre, che i campioni di formaggio Montasio analizzati non contengono glutine e per questo adatto anche per celiaci.

Sara era immersa nella lettura e non si accorse che i genitori e il fratellino avevano già concluso il giro.

Uscendo, Marco si rivolse a Marika chiedendole di ricordarsi del posto. Un cesto con le specialità del Montasio sarebbe stato un gustoso souvenir per le papille gustative di tutta la famiglia.

– Va bene ma, Sara? –

– Sono qui! – disse la ragazza, raggiungendoli.

Mise in tasca il depliant informativo con l’idea era di finire di leggerlo più tardi o alla prossima tappa di quelle vacanze in Friuli Venezia Giulia.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

 

Primo piatto a sorpresa dalle malghe del Montasio

Il tempo di aprire la porta di casa e posare le chiavi sull’ingresso e Marika sente provenire dalla cucina un brusio di voci e di stoviglie in movimento.

La tavola è apparecchiata, le schiene di Marco e Sara sono curve su forno e fornelli.

– Ciao, mamma! Ho aiutato ad apparecchiare la tavola! –

Samuel è seduto al suo posto, posate in mano e punte dei piedi che toccano appena il pavimento.

– Abbiamo preparato il frico e la polenta con farina integrale. –

Sara si volta mostrando fiera il piatto in tavola.

– Il frico? Non è un po’ troppo pesante, per cena? –

– Ma mamma, l’abbiamo fatto con il formaggio Montasio di malga, come dice la ricetta. Hai letto anche tu che il Montasio è un formaggio ad alto valore nutritivo, ad altissima digeribilità, con una composizione equilibrata di acqua, lipidi e di proteine. Non ha lattosio (che è uno zucchero al quale il papà è intollerante) ed è consigliato tutti, celiaci e persone che hanno bisogno di calcio, ferro, vitamine… –

Marika rimane interdetta. Da quando Sara parla con termini scientifici?

– A me basta una fetta piccola, di frico. Giusto per favorire. Il pollo alla cacciatora poi mi è venuto una meraviglia… hanno aperto una rosticceria vicino a dove lavoro. –

Al drin del campanello segue il sorriso soddisfatto di Marco che, armato di presine, posa il piatto della serata in tavola mentre Sara recupera una terrina dove versare la polenta integrale made Friuli Venezia Giulia.

– Non è un po’ liquida? –

Esclama Samuel, allungando il collo.

– Forse un po’ però è buona. Attento che scotta! –

Risponde Sara, che assaggia la polenta usando una fetta dimenticata di Montasio come cucchiaio. Sono tutti seduti a tavola, Marika è ancora sulla soglia della cucina con il sacchetto di sogliole in mano.

– Beh, non ti siedi? –

– Sì sì, è che stasera pensavo di fare le sogliole come le abbiamo mangiate a Trieste, quest’estate… –

Marco si alza, prende la sogliole fresche e ben impacchettare e le ripone veloce in frigo.

– Che problema c’è? Montasio ne abbiamo e il pesce possiamo cucinarlo per domani sera, che è venerdì! –

La famiglia al completo, si siede a tavola raccontandosi a vicenda, tra un boccone e l’altro, come hanno trascorso la giornata.

Il menù casereccio messo insieme da Marco, Samuel e Sara, all’insaputa di Marika, si rivela un successo. Ancora una volta i sapori, l’allegria e la convivialità delle malghe del Montasio si riuniscono in un primo piatto sano, sostanzioso, con tanto gusto e senza lattosio.

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com

Si mangia! Domenica d’autunno in famiglia: suggerimenti per il menù della festa.

È autunno, tempo di calore e dolcezza, di camino acceso, sfrigolio di legna e pranzi di famiglia nel tepore della casa. Finita l’estate con le sue insalatone colorate e fresche, gelati, frullati e insalata di riso, con la nuova stagione torna anche la voglia di mettersi ai fornelli e preparare piccoli manicaretti per le persone che amiamo, magari accompagnati da un buon vino italiano.

A volte basta veramente poco per realizzare piatti gustosi, unici e molto semplici da preparare: la dieta mediterranea infatti è ricca di ingredienti stagionali capaci di caratterizzare le nostre tavole coi loro colori, profumi, sapori meravigliosi. E allora perché non provare a sentirsi chef per una volta? Scommettiamo che poi ci si prende l’abitudine!

In ogni caso, per facilitarvi l’immersione in cucina e vivacizzare i pranzi e le cenette autunnali, abbiamo pensato di selezionare per voi alcuni consigli golosi che renderanno meravigliosi i pasti della domenica e delle feste, senza rinunciare all’attenzione per la salute, che per noi del Consorzio Montasio Dop è sempre in primo piano. Infatti, il formaggio Montasio è un alimento che fornisce un apporto di nutrienti equilibrato, adatto ai grandi ma anche ai bambini.

Per cominciare proponiamo una bella teglia di Lasagne al radicchio trevigiano e Montasio sfumate al vino rosso, classica, intramontabile eppure sempre nuova in tutte le sue rivisitazioni. La ricetta la trovate su Giallo Zafferano e siamo certi che non vi deluderà.

Tra i secondi e i contorni possibili abbiamo pensato di consigliare le delicate e morbidissime Polpettine di spinaci al cuore filante di Montasio, adatte anche a una cena leggera e sfiziosa. La ricetta delle polpettine la potete trovare su ricetta.it.

E visto che amiamo le sfiziosità, ancora secondi e contorni!

Per arricchire la tavola domenicale o natalizia proponiamo il Tortino di patate su fonduta di Montasio e attenzione perché crea dipendenza…

Ma, lo sanno tutti, un pranzo della domenica non è perfetto senza un dolce a coronare tanta magnificenza: e dunque, per finire in bellezza – e bontà – ecco le Pere con crema di vaniglia e mousse di Montasio, dessert elegante e ricercato anche se facilissimo da preparare. Le indicazioni sono sul nostro sito: www.montasio.com/ricette.

Non dovete fare altro che provare. E a noi non resta che augurarvi tanta felicità e Buon Appetito!

 

Autore: Emanuela Valentini

 

Storia e Montasio: una ricerca da dieci e lode

Finita la scuola e appena entrava in casa, Samuel lanciava lo zaino in corridoio per fiondarsi sui suoi amati videogiochi tranne quel giorno che si era diretto subito in cucina, aveva posato lo zaino e, svelto, aveva appeso un foglio sul frigo.

– Dieci e lode, in storia? –

Marika era sorpresa. Sapeva che la storia, come materia, proprio non gli andava giù. Lesse il foglio, parlava del Montasio e della sua produzione:

– Il Montasio appartiene alla grande famiglia dei formaggi alpini, prodotti che nacquero all’inizio del millennio nelle vallate delle Alpi Giulie e Carniche. Si voleva conservare il latte così da avere qualcosa di mangiare anche quando non veniva prodotto. Esiste dal 1200 e veniva prodotto dai frati Benedettini che, nei loro monasteri scrivevano tutto quello che riguardava le varie tecniche di produzione adottate dai malghesi della zona. A quei tempi, gli unici che sapevano scrivere bene erano i monaci che, chiamati amanuensi, passavano il tempo in cui non lavoravano a tenere copia scritta di libri provenienti da altri paesi e di documenti mercantili che potevano servire ai proprietari delle terre dove si produceva il Formaggio Montasio. Un prodotto che era molto ricercato e apprezzato nell’Italia Nord-Orientale perché, dai prezziari della città di San Daniele, datati 1773, si può leggere che il Montasio aveva un costo d’acquisto di molto superiore alla media degli altri formaggi… –

La ricerca continuava ancora di altre due pagine, precisa e dettagliata.

– Ho scritto tutto quello che ci raccontava quel signore che ci faceva da guida a Moggio Udinese e che ci ha indicato il convento delle suore Clarisse, quello dove i monaci Benedettini producevano il Montasio. Alcune cose le ho aggiunte guardando nel libro di storia che ci ha consigliato la maestra. –

Marika si ricordava di quella gita. Samuel, invece di seguire la guida, gironzolava nei dintorni come un capretto e non sembrava tanto attento alla storia dei luoghi e delle persone che vi hanno vissuto e lavorato. Si era fermato solo quando si erano stesi sull’erba per fare uno spuntino mentre lei, Marco e Sara parlavano di cosa fare il giorno dopo prima della partenza e del rientro a casa, senza far alcun riferimento a tutte le cose che il loro Cicerone gli aveva raccontato.

Si voltò verso il bambino. Senza che se ne accorgesse si era preparato da solo la merenda: un panino con prosciutto San Daniele e una fetta di Montasio.

Effetto gusto delle vacanze in Friuli Venezia Giulia?

 

Autore: Rita Fortunato di paroleombra.com